L'abbraccio dell'arcobaleno (Nicoletta Gandolfi) - Centro UNESCO Bologna

Nella piazza di San Petronio

Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna,
e il colle sopra bianco di neve ride.

È l'ora soave che il sol morituro saluta
le torri e 'l tempio, divo Petronio, tuo;

le torri i cui merli tant'ala di secolo lambe,
e del solenne tempio la solitaria cima.

Il cielo in freddo fulgore adamàntino brilla;
e l'aër come velo d'argento giace

su 'l fòro, lieve sfumando a torno le moli
che levò cupe il braccio clipeato de gli avi.

Su gli alti fastigi s'indugia il sole guardando
con un sorriso languido di vïola,

che ne la bigia pietra nel fosco vermiglio mattone
par che risvegli l'anima de i secoli,

e un desio mesto pe'l rigido aëre sveglia
di rossi maggi, di calde aulenti sere,

quando le donne gentili danzavano in piazza
e co' i re vinti i consoli tornavano.

Tale la musa ride fuggente al verso in cui trema
un desiderio vano de la bellezza antica.
Giosuè Carducci
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L'abbraccio dell'arcobaleno (Nicoletta Gandolfi)

Press
Incontro tra Italia e Giappone per la Candidatura Unesco dei portici di Bologna.
Si è svolto qualche giorno fa presso il Centro Unesco di Bologna una serata culturale tra Italia e Giappone alla presenza del presidente del Centro Unesco Avv. Bruno Cinanni con famosi ceramisti, Stefano Giglio, Elena Lombardi e Shogoro Nomura nominati dal presidente come testimonial della candidatura dei Portici di Bologna. Vi è stata anche Rosetta Savelli, scrittice e blogger che ha letto una sua fiaba vincitrice del 6 premio letterario per fiabe inedite dal titolo “Una fiaba azzurro Ceno”. Infine la serata è stata accompagnata dalla Band forlivese “ Corner in Bloom” di giovani talentuosi : Leonardo Gatta, Lorenzo Giosa, Francesco Tassinari, Lorenzo Gavelli, Tommaso Stanghellini e Giulio Donati. Vi è stato al centro un incontro, si è parlato anche dei portici e della loro candidatura. Se ne riporta brevemente la storia. Bologna è la città più porticata al mondo. Nel centro storico, i portici misurano in totale quasi quaranta chilometri, se si aggiungono anche quelli fuori dal centro si arriva complessivamente ad una lunghezza di strutture porticate di circa 53 km. A Bologna ci sono portici unici, a partire da quello di San Luca, che con i suoi quasi quattro chilometri di è il più lungo del mondo. Da studi recenti sembra che la prima testimonianza di questo straordinario patrimonio architettonico risalga all’anno 1041 a causa dell’Univers Bologna che attirava in città moltissimi studenti e accademici, oltre all' incremento della popolazione dovuto all’immigrazione dalle campagne vicine. Nascono come abuso edilizio poi regolamentato fin dalla fine del 1200. Le abitazioni ampliarono i piani superiori con la creazione di sporti in legno sorretti dada mensole dette“beccadelli”. Con il passare del tempo, gli sporti aumentarono in grandezza, per cui fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso L’ingegnosità del portico ebbe da subito una triplice valenza. Oltre all’aumento di cubatura delle residenze, costituiva un riparo per la popolazione dalle intemperie e un luogo di passaggio e di ritrovo, di scambio di merci e quindi commerciale , oltre ad avere una forte valenza estetica e caratterizzante. I primi portici erano in materiale ligneo e ad oggi ne rimangono alcuni tra cui Casa Isolani, in strada Maggiore, risalente al XIII secolo, insieme all’elegante Casa Grassi in via Marsala e a Casa Rampionesi, in via del Carro. Nato durante l’Alto medioevo come un vero e proprio abuso edilizio ai danni della comunità e riconosciuto come una proiezione arbitraria della proprietà privata nello spazio pubblico della strada, il portico bolognese trovò una sorprendente rivincita alla fine del XIII secolo, quando venne così apprezzato per le sue qualità utilitarie e formali, che gli statuti cittadini lo resero obbligatorio, a partire dal 1288, per qualsiasi nuova costruzione. Fu stabilito comunque che l’uso del portico fosse pubblico, pur essendo realizzato da privati su spazio privato. Questa normativa, a distanza di oltre 700 anni, è ancora vigente Da allora in avanti il portico si diffuse in modo capillare lungo il tracciato delle nuove strade, rendendo inconfondibile il paesaggio urbano di Bologna nei secoli successivi. Mentre nella maggior parte delle città italiane, dopo il Trecento, assistiamo dapprima a un declino, poi alla progressiva scomparsa del portico dalla scena urbana , Bologna fa una scelta in senso opposto. I numerosissimi portici non mancarono di dimostrare la loro utilità sotto molteplici aspetti: rendevano abitabili i pianterreni umidi, offrivano un riparo asciutto ai viandanti che vi transitavano, e sebbene al comune fosse garantito l’uso pubblico del suolo ove sorgevano, la manutenzione di ogni portico rimaneva pur sempre a carico dei proprietari, in quanto parte integrante dello stabile. Fra i tanti portici di Bologna si possono inoltre distinguere quelli medievali da quelli rinascimentali, ed entrambe le categorie hanno ovviamente un elevatissimo valore storico e culturale. Tra quelli medievali più importanti (realizzati in legno) c’è il portico di Casa Isolani in Strada Maggiore, costruito attorno al 1250, che rappresenta uno dei pochi esempi di costruzioni civili bolognesi del XIII secolo rimaste intatte. Altri esempi meno illustri di portici medievali sono quelli di Palazzo Grassi, in via Marsala, e quello di Palazzo Reggiani. Tra i portici rinascimentali invece, il cui numero è sicuramente maggiore, si possono invece citare il portico laterale della basilica di San Giacomo Maggiore in via Zamboni, il palazzo Bolognini, le case Beccadelli in piazza Santo Stefano ed il portico detto “dei bastardini” in via d’Azeglio, nome che deriva dall’orfanotrofio che ivi ebbe sede fino al 1797. Nella seconda metà del XVI fanno inoltre la loro comparsa i portici-loggia, splendide vie porticate tra le quali si possono citare quella che sostiene e nasconde la chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano, il loggiato del Palazzo ddl Monte in via Galliera, il portico del Pavaglione, il portico degli Alemanni (il più antico di Bologna costruito fuori dalle mura cittadine, nonché il secondo più lungo in assoluto dopo quello che conduce al Santuario di San Luca), il portico di San Luca ,il più lungo della città) La candidatura a patrimonio UNESCO Il dossier di candidatura è quasi ultimato e sarà proposto al Ministero per i Beni Culturali nel prossimo settembre. Sono stati effettuati sopralluoghi in città per perfezionare la selezione dei tratti di portico che faranno parte della candidatura Non potendo candidare tutto il centro storico, perchè ve ne sono già troppi in Italia, si sono dovuti scegliere 12 tratti, e precisamente: via Santa Caterina, via Santo Stefano e Palazzo della Mercanzia, le vie Galliera e Manzoni; Strada Maggiore, il portico del Pavaglione e piazza Maggiore, il Baraccano, San Luca, via Zamboni, il portico della Certosa, piazza Cavour e via Farini, il portico dell’ex Forno del Pane (quello del Mambo) e il treno della Barca. La consegna definitiva del dossier è prevista per febbraio 2020 e nell'autunno dello stesso anno, seguirà la visita degli ispettori. Infine, a febbraio 2021, la città avrà il responso. Il lavoro di studio e promozione del progetto è iniziato nel 2006, e ora i tempi sono maturi per sottoporre la candidatura alla fase finale di valutazione. Le candidature avanzate dall’Italia sono valutate con particolare severità, essendo il Paese con il maggior numero di siti UNESCO al mondo (54). La lista è sempre più selettiva, per ottenere un bilanciamento tra i siti europei ed extraeuropei. Tra i 10 criteri per l’inclusione dei beni nella lista del Patrimonio si sta anche lavorando sulla definizione di “Eccezionale Valore Universale”, dettato dalla presenza pervasiva dei portici in tutta la città, sia in centro storico che in periferia, dalla legislazione secolare, dallo stato di conservazione e dal loro uso quotidiano. Inoltre costituiscono valore unico le antiche origini architettoniche, a partire dalle antiche civiltà occidentali (greca e romana). Infine l’aspetto sociale: dal Medioevo a oggi i portici rappresentano il luogo dell’integrazione per eccellenza, dove gli spazi civili e religiosi, le abitazioni private, appartenenti a tutti i ceti sociali, sono perfettamente integrati.
Nicoletta Gandolfi
Fonti:
 https://initalia.virgilio.it/ecco-come-sono-nati-i-portici-a-bologna-15136
 http://visitupbologna.com/2017/07/19/i-portici-di-bologna
 https://compassunibo.wordpress.com/2019/03/14/i-portici-di-bologna-candidati-comepatrimonio-dellunesco/
 https://www.cineca.it/it/comunicatistampa/i-portici-di-bologna-candidati-alriconoscimento-di-patrimonio-dellumanit%C3%A0
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